Sono nato nel trambusto della capitale Romana, sin da bambino ho avuto la fortuna di poter assistere al periodo della vendemmia grazie a mio Nonno che aveva una vigna in Sardegna; ancora ricordo perfettamente il profumo della cantina di nel retro di casa dove vinificava. Lui mi ha insegnato ad essere curioso e soprattutto che il Vino è nell’aria che respiriamo, nella storia che ci appartiene e nelle tradizioni che ereditiamo.
I vini che più mi emozionano sono quelli che testimoniano la memoria di un territorio; per questo motivo un Barolo d’annata ed un Albariño della Rias-BAixas meritano secondo me la stessa attenzione. Mi piace sempre pensare come il cibo ed il vino possano adattarsi l’uno all’altro anche al di fuori dei soliti canoni e per esempio scoprire come un’ostrica possa essere mangiata dopo un sorso di Marsala Vergine o una Malvasia dolce possa accompagnare una tartare di Gamberi Gobbetti con i capperi di Salina e fiocchi di sale.
Le etichette scelte per Capofaro sono secondo noi rappresentative dei territori da cui provengono. Abbiamo concepito la carta dei vini come una raccolta di storie da scoprire, dove ogni bottiglia racconta le sue origini; l’abbiamo chiamata Enciclopedia Enografica dove al centro vi è il concetto di Degustazione Geo-Sensoriale, quello di cui parlava già diversi anni fa Jacky Rigaux. A tal proposito i vin i saranno suddivisi in base alla loro latitudine.
Non è una semplice lista di vini che parla Siciliano, Italiano o Francese ma piuttosto uno strumento attraverso il quale cerchiamo di trasmettere il senso geografico del vino.